Entrambe le tipologie d’impianto utilizzano il sole come fonte energetica, catturandone la radiazione attraverso superfici captanti: mentre i moduli fotovoltaici trasformano direttamente la radiazione solare in energia elettrica, i pannelli solari termici utilizzano l’energia termica del sole per riscaldare l’acqua da utilizzare per uso igienico sanitario o per il riscaldamento degli ambienti.

Un impianto fotovoltaico trasforma direttamente l’energia solare in energia elettrica. Esso è composto essenzialmente da:

  1. moduli o pannelli fotovoltaici;
  2. inverter, che trasforma la corrente continua generata dai moduli in corrente alternata;
  3. quadri elettrici e cavi di collegamento.

Si, gli impianti fotovoltaici possono essere connessi alla rete elettrica di distribuzione ("grid-connected") o direttamente a utenze isolate ("stand-alone"), tipicamente volte ad assicurare la disponibilità di energia elettrica in zone isolate.

I vantaggi possono riassumersi in:

  1. assenza di qualsiasi tipo di emissione inquinante;
  2. risparmio di combustibili fossili;
  3. affidabilità degli impianti poiché non esistono parti in movimento;
  4. costi di esercizio e manutenzione ridotti al minimo;
  5. modularitàdel sistema: per aumentare la potenza dell’impianto è sufficiente aumentare il numero dei moduli

No. Non c’ è una relazione diretta fra la potenza dell’impianto e il contratto di fornitura dell’energia elettrica. Il tipo di impianto fotovoltaico va scelto in base ai consumi energetici annui e allo spazio a disposizione per la collocazione dei moduli fotovoltaici.

Le dimensioni di un impianto fotovoltaico dipendono dal tipo di pannello usato e dalla sua efficienza. In media, un impianto con potenza nominale pari a 1 kWp (un chilowatt di picco) realizzato con 4 moduli fotovoltaici in silicio policristallino da 250 w ciascuno, occupa circa 8 mq di superficie del tetto. Esistono invece moduli che occupano 6,50/7 mq per kwp ed hanno anche un efficienza maggiore del 10-15%.

L’installazione ideale di un impianto fotovoltaico è verso sud. Con orientamenti verso sud-est e sud-ovest la produzione risulterà leggermente inferiore, anche se si tratta di un dato che si può ipotizzare preventivamente in sede di progettazione.

Gli impianti fotovoltaici non necessitano di una particolare manutenzione. Si consiglia comunque di pulire o, meglio, di far pulire i pannelli fotovoltaici almeno ogni due anni e possibilmente prevedere l’impiego di acqua depurata ad osmosi inversa.

I moduli fotovoltaici devono subire in fase di progettazione un test sulla loro resistenza alla grandine di grosse dimensioni (almeno 2,5 cm di diametro). Si consiglia quindi di preferire i moduli fotovoltaici con regolare certificazione accreditata.

Assolutamente no. Per questioni legata alla sicurezza contro le folgorazioni, esistono norme di legge e la direttiva ENEL DK 5950 che impongono il distacco immediato ed automatico dell'impianto fotovoltaico nel momento in cui l'inverter nota anomalie o mancanze di tensione sulla rete principale.

Si, i moduli fotovoltaici hanno la capacità di produrre un minimo di energia elettrica anche in condizioni di cielo parzialmente coperto o nuvoloso, sfruttando la radiazione solare diffusa.

No, non si deve modificare l'impianto esistente. L’impianto fotovoltaico avrà una sua linea autonoma e sarà collegato ad un inverter che a sua volta andrà collegato al quadro elettrico generale di BT.

I moduli fotovoltaici composti da silicio (policristallino, monocristallino, amorfo, amorfo+microcristallino) potranno essere smaltiti così come oggi avviene per i televisori a schermo piatto, le schede dei computer o dei circuiti stampati. A questo proposito, alcune associazioni europee, come la Pv Cycle fondata nel luglio 2007, si sono già attrezzate per la raccolta ed il riciclaggio a titolo gratuito.

L’impianto solare termico è un dispositivo che assorbe l'energia solare e la trasforma in energia termica (utilizzata per produrre acqua calda) sia per usi sanitari che per riscaldamento locale.

Gli impianti solari termici possono essere suddivisi in due categorie principali:
1) impianti a circolazione naturale: soluzioni impiantistiche interamente installate in esterno, semplici, compatte ed economiche, adatte per impianti di piccole dimensioni.
2) impianti a circolazione forzata: impianti di taglia medio-grande, in previsione di un utilizzo continuo durante tutto il corso dell’anno. Sono caratterizzati dalla presenza di un serbatoio esterno in grado di accumulare acqua calda e/o fluido riscaldato.

Può essere collocato su una superficie esterna dell’immobile (tetto, facciata, terrazzo, ecc.) che consente un’esposizione dei collettori possibilmente verso sud e inclinati da 20° a 50°.

La vita media di un impianto è di 20 anni.

Facendo riferimento alle piccole applicazioni con collettori piani, un valore indicativo di occupazione di superficie è di circa 2,61mq ogni collettore. Un impianto familiare per 4 persone necessita nel nostro caso di 1 collettore performante e di un serbatoio boiler di 60 cm di diametro e 1697 cm di altezza per 300 litri/giorno di capacità.

Non si può stabilire con certezza a priori. Per poter stabilire le modalità di intervento, è fondamentale un sopralluogo.

Si. Per tutto il 2016 è in vigore la detrazione del 65%, ma volendo si può optare per il contributo a fondo perduto previsto dal decreto "Conto Termico" del Luglio 2014, che prevede l’erogazione di un bonifico in base ai mq di superficie occupata dai collettori e dalla loro resa certificata.

In base alla collocazione geografica del sito di installazione è possibile coprire fino all’80% del fabbisogno annuo. Normalmente, da Aprile ad Ottobre, l’impianto solare è autosufficiente per la produzione di acqua calda sanitaria. Da Novembre a Febbraio, invece, quando il rendimento energetico è minore, è possibile utilizzare i pannelli solari come "integrazione" del sistema tradizionale, per fornire un servizio di pre-riscaldamento.

Oltre alla produzione di acqua calda per usi sanitari, l’impiego di un impianto solare termico è consigliato per contribuire al riscaldamento dell’abitazione, se quest’ultima è ben isolata termicamente e fornita di un impianto di riscaldamento a bassa temperatura (riscaldamento a pavimento o termoconvettori).

Si, il riscaldamento dell’acqua per piscine coperte/scoperte è un’applicazione particolarmente vantaggiosa degli impianti solari. I principali vantaggi sono il basso livello termico di utilizzo per far lavorare i collettori solari con elevate efficienze e la coincidenza fra la richiesta dell’utente e l’irraggiamento solare.

L’impianto a pannelli solari è in grado di produrre energia per 12 mesi l’anno. Tuttavia in alcuni mesi dell’anno, a causa del minor irraggiamento, avrà ovviamente rese inferiori, ma contribuirà comunque al preriscaldamento dell’acqua.

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